Di Catherine Russi
Loreto Aprutino sorge su splendide colline della provincia pescarese a 20 km dalla costa adriatica. Allo sguardo di chi giunge dalla periferia, è immediata l’antica bellezza della sua architettura e la magnificenza del suo habitat naturale. In questo piccolo paese di circa 8000 abitanti, la tradizione agricola ha scritto la storia ed è parte integrante della vita economica e sociale odierna. La sua identità è rappresentata dall’ulivo che da millenni abita queste splendide colline, simbolo di pace e di prosperità.
La tradizione olearia di Loreto Aprutino, ha radici antichissime, tanto che sono stati ritrovati resti di trappeti romani e anfore olearie dell’epoca imperiale in località Fiorano; anche i monaci benedettini, avevano compreso la vocazione di questo habitat all’olivicoltura tanto che nell’Alto Medioevo diedero impulso alla piantumazione di nuovi ulivi della varietà Dritta, in molti terreni disboscati. Sono proprio 400.000 ulivi della varietà Dritta detta anche Lauretana a dominare il paesaggio. Magnifici uliveti fanno da cornice ad ogni sguardo, ma l’ulivo è vicino anche alle abitazioni, accolto con la familiarità di qualcuno che si conosce da sempre, ed ogni anno regala i suoi frutti e il suo ancor più prezioso succo, l’olio extravergine di oliva.
L’olio extravergine di oliva prodotto dalla varietà Dritta è ricco al naso e al gusto di aromi erbacei e mandorlati che richiamano il carciofo e il tarassaco; i gusti amaro e piccante ben equilibrati completano la sua armonia. Questa complessità di aromi ci ricorda che l’olio extravergine di oliva, non è solo un condimento ma un alimento pregiato capace di arricchire di gusto e benessere ogni pietanza.
L’olio extravergine di oliva è il risultato della combinazione di fattori ambientali e della maestria dei frantoiani che attraverso la tecnica di lavorazione devono preservare le componenti aromatiche delle olive. Loreto Aprutino da sempre ha compreso questo indispensabile combinazione e da sempre ha prodotto oli extravergini di oliva di qualità eccellente, infatti la Comunità Europea nel 1996, riconosce all’olio extravergine Aprutino Pescarese la prima Denominazione di Origine Protetta.
Nel paese sono molte le testimonianze del fatto che da sempre la tradizione olearia è stata al centro della vita sociale ed economica del paese. Nel centro storico, ospitato dal palazzo Amorotti, ha sede il Museo dell’olio dove si trova un antico frantoio costruito nel 1880 da Raffaele Baldini Palladini, proprietario terriero e produttore di olio che già nel XIX secolo usava tecnologie all’avanguardia e ricevette numerosi riconoscimenti internazionali. Il suo olio era apprezzato in tutta Italia, in America e aveva deliziato lo zar di Russia.
Sempre nel centro storico è ospitata l’oleoteca regionale, un percorso tra reperti storici sulle tecnologie dell’olio, pannelli didattici ed una esposizione delle principali produzioni abruzzesi presenti sul mercato.
Proprio per la sua prosperità agricola, molte famiglie nobili hanno concentrato le loro attività a Loreto. Il centro storico è dominato da un magnifico castello feudale risalente alla seconda metà del IX secolo che oggi ospita un prestigioso albergo.
Molte famiglie nobili si sono avvicendate nel paese arricchendola di opere d’arte di pregio. La Galleria Acerbo ospita la collezione di ceramiche del Barone Giacomo Acerbo creata nella prima metà del 900 e considerata una delle più prestigiose per la qualità delle opere.
Proprio grazie ai proventi dell’olio viene commissionato il dipinto più grande esistente in Abruzzo il “Giudizio particolare” della Chiesa di Santa Maria in Piano, Monumento nazionale. Esso raffigura la visione dell’oltretomba di Alberico dai Settefrati monaco cassinese vissuto nel XII secolo. Quest’opera aprì le porte alle grandi visioni che caratterizzarono la letteratura e l’arte del XII secolo compreso il poema di Dante.
Celebrazione del lavoro contadino è anche la festa di San Zopito nata nel 1711 quando un bue al lavoro nei campi si genuflesse al passaggio delle spoglie di San Zopito. La festa si celebra il lunedì di Pentecoste in sintonia con la ripresa dei raccolti nei campi a richiamare la benevolenza del santo sulla fecondità della terra. Il bue viene portato in processione per il paese e ripete la sua genuflessione dinnanzi alla chiesa.
La processione incrocia i vetturali, che rievocano i cavalieri che un tempo erano incaricati di trasportare l’olio a Napoli, e che al loro ritorno si recavano dal santo a rendere grazie per averli protetti durante il viaggio.
Anche la tradizione vinicola di Loreto Aprutino nasce in antica epoca romana e pagana, infatti in località Fiorano o Floranum i romani festeggiavano il vino due volte all’anno Aprile ed Agosto con il nome Vinalia. Fin da allora in questi luoghi veniva coltivato il Trebbiano d’ Abruzzo con il nome “Trebulanum”.
Oggi il Trebbiano d’Abruzzo dell’azienda agricola Valentini di Loreto Aprutino, riceve riconoscimenti di grande prestigio, nel The best italian wine 2012, il Vino Valentini 2007 è risultato il migliore d’Italia, e nel della Guida dell’Espresso, “I vini d’Italia” edizione 2015 è in cima alla classifica delle migliori bottiglie.
Secondo gli esperti della guida, “questo vino vanta un registro aromatico di impressionante complessità e di magnifica definizione e può tenere il confronto con i più grandi conseguimenti nella storia dell’enologia europea degli ultimi decenni”
Il produttore Francesco Paolo Valentini, ha dichiarato :“Gli imprenditori agricoli di Loreto devono essere consapevoli che la biodiversità che caratterizza Loreto Aprutino costituisce una ricchezza, perché rende i prodotti agricoli loretesi unici, anche se fuori dalle mode e dagli standard. La biodiversità deve essere salvaguardata come un patrimonio prezioso, ma anche valorizzata e promossa. I punti di forza di Loreto Aprutino sono il territorio, l’acclimatizzazione degli olivi e la sua storia. Loreto Aprutino ha un territorio altamente vocato per l’olivicoltura e la viticoltura perché è un terreno collinare, con un clima mite, in cui la vicinanza al mare e alla montagna permettono sbalzi termici che favoriscono l’espressione delle sostanze aromatiche dei frutti.
L’acclimatizzazione è un fenomeno che si verifica quando una pianta, come nel caso della Dritta è presente da migliaia di anni in un ambiente naturale, in questo periodo di tempo la pianta si connatura al territorio stesso, esprime al meglio la propria natura e le proprie caratteristiche e diventa l’espressione stessa del territorio.
La storia del paese, ha costruito l’identità cittadina e le sue tradizioni. Tramandare le tradizioni significa celebrare il passato ma non vincolarci ad esso, renderci memori dell’ingegno e della passione che ha mosso chi ci ha preceduto e deve essere di stimolo per un miglioramento continuo”.
Ascoltando il pensiero di Francesco Paolo Valentini, sembra che a Loreto Aprutino, bellezza del territorio, tradizione, maestria artigianale, enogastronomia di qualità, si coniughino in una perfetta armonia. Una armonia che ha ispirato molti imprenditori che di tale patrimonio vogliono farsi interpreti e narratori.
Ne sono esempi l’Azienda agricola Torre Dei Beati che si aggiudica l’eccellenza della Guida dell’Espresso 2015 con il vino Pecorino 2011 e l’Azienda agricola De Fermo che si conferma un eccellenza con il vino Montepulciano Prologo 2012. Le tre aziende citate hanno ricevuto sia i Tre bicchieri del Gambero Rosso che l’Eccellenza della Guida dell’Espresso. Solo Loreto Aprutino e altri due comuni italiani possono vantare ben tre aziende che hanno ricevuto tali riconoscimenti di prestigio e voglio sottolineare che tali aziende producono vino solo con uve coltivate a Loreto Aprutino.
Interprete di questa realtà lauretana ricca di potenzialità è anche l’imprenditore Jurji Ferri, uno dei mastri birrai più bravi d’Italia che ha scelto come sede del suo birrificio Almond ‘22 proprio Loreto Aprutino, una paese che ama per il suo fascino antico, ma che sembra quasi un habitat naturale per la sua azienda che ha scelto di lavorare secondo una filosofia green, utilizzando solo materie prime eccellenti. Le Birre Almond ‘22, non sono solo tra le più amate in Italia, ma hanno conquistato gli appassionati di birra americani ed irlandesi, un successo confermato da numerosi riconoscimenti tra cui la Chiocciola Slow Food.
A Loreto Aprutino è nato il consorzio di tutela del Tondino del Tavo, una varietà di fagiolo riscoperta e coltivata da alcuni agricoltori del paese, peculiare per la sua forma tondeggiante, con un profumo deciso che va dalla nocciola a sentori erbacei floreali e che con il suo basso contenuto di polisaccaridi e la buccia sottile, non altera la flora microbica intestinale risultando altamente digeribile ( “Seghetti”).
Loreto Aprutino è un importante esempio di come l’ enogastronomia sia espressione e celebrazione di un territorio. Assaporare pietanze preparate con i prodotti coltivati nel territorio significa conoscere un patrimonio culturale e percorrere con i sensi dell’olfatto e del gusto la sua tradizione e la sua storia. Questo approccio all’enogastronomia permette di riportare sulle nostre tavole i doni della terra, cibi dal gusto autentico, riscoprire sapori che per diverse ragioni sono stati dimenticati o forse mai conosciuti, trasformare il pasto in un momento di piacere fatto di racconto, cultura, comunicazione, convivialità e soprattutto di benessere.
In questa capacità di trasformare un esperienza di viaggio in un percorso coinvolgente tra storia e sapori, sta il fascino e le potenzialità di Loreto Aprutino, e come ogni valore deve essere preservato e condiviso.
Un sentito grazie alla famiglia Valentini che mi ha accolto con gentilezza e ha reso la scrittura di questo articolo un esperienza speciale.
[Crediti: Loreto Aprutino Le immagini e la storia- CARIPE, Loreto Aprutino i colori di una storia – CARIPE, Fronde D’Olivo di Mauro Soccio, Loreto Aprutino di Aleardo Rubini, Musei Civici di Loreto Aprutino]